Palestina

DOCUMENTI DI SPEDIZIONE

 
 
Oltre alla dichiarazione in dogana (DAU o suo equivalente) usualmente richiesta per le spedizioni, (salvo all'interno dell'Unione europea) le spedizioni a destinazione dei Territori Palestinesi devono essere accompagnate dai documenti di seguito citati.
 
Per ulteriori informazioni consultare il sito Agenzia delle Dogane e dei Monopoli:

 
 
a) Fattura commerciale
Redatta in tre esemplari deve riportare le informazioni abituali. Può essere redatta in inglese.

 
 
b) Documento EUR.1
Per beneficiare del trattamento preferenziale applicabile ai prodotti comunitari importati nei Territori Palestinesi, deve essere prodotto un certificato EUR.1 che fungerà da prova dell'origine.
Le spedizioni di importo inferiore a EUR 6.000 o effettuate da un esportatore autorizzato possono essere soggette a una dichiarazione. Questo deve essere stabilito su una fattura, una bolla di consegna o qualsiasi altro documento commerciale che descriva i prodotti interessati in modo sufficientemente dettagliato per poterli identificare.
La dichiarazione è la seguente:
"L'esportatore dei prodotti oggetto del presente documento (autorizzazione doganale n. ...) *
dichiara che, se non diversamente indicato chiaramente, questi prodotti hanno l'origine preferenziale .......... "**.
"............................." ***. [Luogo e data] "
.............................".
[Firma dell'esportatore e indicazione, a parole, del nome del firmatario].

* Se la dichiarazione su fattura è compilata da un esportatore autorizzato, il numero di autorizzazione dell'esportatore deve essere inserito qui. Se la dichiarazione su fattura non è presentata da un esportatore autorizzato, la dicitura tra parentesi viene omessa o lo spazio fornito viene lasciato vuoto.
** L'origine dei prodotti deve essere indicata (...).
*** Queste indicazioni sono opzionali se l'informazione appare nel documento stesso.

Tutte le operazioni di sdoganamento sono svolte in Israele.
Le regole relative all’emissione e impiego di questi documenti sono illustrate nell’Allegato X.

 
c) Certificato di origine
Per i prodotti non comunitari è richiesto un certificato di origine da redigere sul formulario comunitario. Le regole relative al certificato di origine sono illustrate nell’Allegato XI. 

 
 
d) Certificato fitosanitario (1) 
Per la frutta, i legumi, le sementi ed altri vegetali.

 
 
e) Certificato sanitario (2) 
Per la carne e sottoprodotti di origine animale (latte, uova, preparazione di carni, ecc..).

 
 
f) Certificato Halal (3) 
Tutti i prodotti a base di carne e prodotti lattiero-caseari importati (ad eccezione della carne suina) devono essere accompagnati da un certificato Halal.

 
 
g) Certificato di libera vendita dei cosmetici (4) 
Attesta che i prodotti spediti sono conformi alla normativa comunitaria (Reg. CE 1223/2009) e quindi in libera e corrente vendita sul territorio italiano così come in tutti i paesi dell’Unione europea.

 
 
Da sapere: i documenti emessi da un'amministrazione direttamente correlati a un'operazione commerciale o doganale (ad esempio, certificato sanitario) devono essere vistati dalla competente Camera di Commercio e legalizzati.

 
 
 
 
 
 
 
TRASPORTO E IMBALLAGGIO

 
 
a) Documento di trasporto
I principali documenti di trasporto sono: la polizza di carico, la lettera di vettura aerea Air Waybill (AWB), la lettera di vettura internazionale CMR (Convention des Merchandises par Route).

 
 
b) Lista dei colli
Questa lista riassume tutte le merci esportate e ne precisa il volume, il numero dei colli, le casse, i contenitori e la quantità esatta delle merci.

 
 
c) Assicurazione trasporto
Non esiste l’obbligo di assicurazione locale, vale a dire l'obbligo di garantire nei Territori Palestinesi, il trasporto internazionale di merci.

 
 
d) Trattamento degli imballaggi in legno
Sebbene non vi siano specifiche richieste in merito è raccomandato l'uso di imballaggi sani.
Si consiglia, tuttavia, prima della spedizione contattare il servizio fitosanitario regionale.

 
 
 
SPEDIZIONE TEMPORANEA

 
Carnet ATA
I Territori Palestinesi NON aderiscono alla convenzione ATA.
Le esportazioni temporanee si fanno secondo le procedure della normativa comune attraverso un agente.
Si suggerisce comunque di informarsi presso la propria Camera di Commercio, o consultare le pagina web di questo sito.

 
Capitale: Gerusalemme
Città principali: Gaza, Ramallah
Superficie (km²): 6.0 (Banca Mondiale 2017)
Popolazione: 4,68 milioni (Banca Mondiale 2017)
Reddito Nazionale: PPA(*):26,03 miliardi US$ (Banca Mondiale 2017)
Reddito Nazionale/pro-capite: PPA(*): 5.560 US$ (Banca Mondiale 2017)
PIL: 14,50 miliardi US$ (Banca Mondiale 2017)
Lingue ufficiali: arabo, ebraico
Moneta: shekel israeliano, (NIS)
Fuso orario: 2 ore avanti rispetto all'orario del Meridiano di Greenwich; 1 ora avanti rispetto all'Italia

(*) PPA – parità potere di acquisto

 
 

La Palestina è uno Stato a riconoscimento limitato del Vicino Oriente, osservatore permanente presso le Nazioni Unite, de facto occupato in gran parte da Israele. Lo Stato di Palestina rivendica sovranità sui territori palestinesi della Cisgiordania e della striscia di Gaza, con Gerusalemme Est come capitale designata, sebbene il suo centro amministrativo si trovi a Ramallah. Tali territori sono stati prima occupati nel 1948 da Giordania ed Egitto e successivamente da Israele dal 1967 a seguito della guerra dei sei giorni...

Il 15 novembre 1988, Yasser Arafat, Presidente dell'Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP), ad Algeri, proclamò l'indipendenza dello Stato di Palestina. L'ONU ha riconosciuto la Palestina come Stato non membro con status di osservatore permanente con la risoluzione 67/19 dell'Assemblea generale del 29 novembre 2012. A seguito di ciò, dal 3 gennaio 2013 l'Autorità Nazionale Palestinese ha adottato il nome di Stato di Palestina sui documenti ufficiali. 

La Palestina fa parte della Grande Area Araba di libero scambio e hanno firmato accordi di libero scambio con numerosi partner: l'Unione Europea, EFTA, gli Stati Uniti, il Canada, la Giordania, l’ Egitto, la Russia, l’Arabia Saudita, Israele, la Turchia.


I territori palestinesi non appartengono al WTO.

L'accordo interinale di libero scambio tra l'Unione Europea e l'Autorità palestinese è entrato in vigore il 1° luglio 1997. Ha consentito l'istituzione di una zona di libero scambio per i prodotti industriali e agro-alimentari.

A complemento di tali disposizioni, nel 2012 è entrato in vigore un accordo per liberalizzare gli scambi di prodotti agricoli e prodotti della pesca.

Lo stato dei negoziati / conclusioni dell'ALS tra l'UE e i territori palestinesi è disponibile sul sito della Commissione europea-DG Trade.

I territori palestinesi sono inclusi nel partenariato euro-mediterraneo (processo di Barcellona e poi Unione per il Mediterraneo), che mira a rafforzare la cooperazione tra l'UE e la regione mediterranea attraverso progetti comuni.

I territori palestinesi sono anche coinvolti nella Politica europea di vicinato, che si propone di offrire a questi territori una relazione politica e l'integrazione economica con l'UE ulteriormente attraverso un programma di riforma economica e politica approvata da entrambe le parti e che è oggetto di relazioni annuali.

L'evoluzione delle relazioni politiche tra l'UE e i territori palestinesi è disponibile sul sito web dell'Azione esterna dell’UE.
PASSAPORTO E VISTI

Passaporto: Necessario con validità di almeno sei mesi dalla data di ingresso. Per eventuali variazioni a tale norma si consiglia di informarsi preventivamente presso l’Ambasciata o il Consolato israeliano in Italia o presso il proprio agente di viaggio.
 
Ingresso nei Territori Palestinesi: Non è possibile giungere nei Territori Palestinesi senza transitare per frontiere controllate da Israele. Tutti coloro che intendono recarsi in Cisgiordania e a Gaza devono quindi conformarsi alle normative israeliane. Ciò vale anche nel caso in cui si provenga dalla Giordania e si intenda entrare in Cisgiordania attraverso il ponte di Allenby, posto sul lato cisgiordano sotto esclusivo controllo dell’esercito israeliano.

Visto d’ingresso: Non richiesto per entrare in Israele come turista fino a 90 giorni di permanenza. Al momento dell’ingresso in Israele, le autorità israeliane non appongono il timbro di ingresso  sul passaporto, ma consegnano un piccolo tagliando con i dati del viaggiatore e i termini del visto, da esibire in particolare in caso di ingresso nei Territori Palestinesi. Si raccomanda di conservare tale tagliando sino al momento del rientro in Italia.
Nei Territori Palestinesi, per soggiorni superiori a 90 giorni e per motivi diversi da turismo (studio, lavoro, ONG, etc.) è necessario munirsi di un visto “Judea e Samaria only”, rilasciato in loco dall’autorità israeliana responsabile per i Territori Palestinesi (Coordinator of Government Activities in the Territories), tramite il Ministero palestinese per gli Affari Civili. Si suggerisce di contattare, prima della partenza, le Rappresentanze diplomatico-consolari israeliane presenti in Italia per verificare se il programma di viaggio possa creare problemi al momento dell'ingresso in Israele.
La presenza di timbri o visti di alcuni Paesi arabi sul passaporto non costituisce, di per sé, motivo di respingimento alla frontiera israeliana ma può rappresentare un pregiudizio molto sfavorevole per la Polizia di frontiera, che può sottoporre il viaggiatore a lunghi ed approfonditi controlli con esito imprevedibile.
I controlli di sicurezza in aeroporto - sia in arrivo sia in partenza - possono talvolta durare a lungo ed essere assai approfonditi e molto invasivi. I controlli possono includere lunghi interrogatori e concludersi, per motivazioni anche eventualmente non condivisibili, con respingimenti che avvengono di norma con il primo volo utile della stessa compagnia aerea di arrivo e verso la città di provenienza. Ciò può talora comportare alcuni giorni di detenzione amministrativa in celle condivise ed in condizioni di forte disagio. E' consentito a volte viaggiare in anticipo su volo diverso, ma con spese a carico del rimpatriato. 
Si segnala la possibilità di prolungato fermo amministrativo ed espulsione di connazionali che, all'arrivo all'aeroporto internazionale Ben Gurion di Tel Aviv, non presentino sufficienti garanzie sulla natura turistica del proprio viaggio in Israele.
 
Valichi (check-points): L’ingresso e l’uscita dai Territori Palestinesi avviene attraverso dei valichi (check-points) controllati dalle autorità militari israeliane, alcuni dei quali dedicati ai soli traffici commerciali o a speciali categorie di viaggiatori (ad esempio esponenti di governo, diplomatici). 
Le autorità israeliane controllano attentamente l’attraversamento dei valichi, soprattutto in direzione Israele. E’ sempre opportuno portare con sé i propri documenti identificativi, il tagliando ricevuto in aeroporto o, in alternativa, il visto di soggiorno e ogni altro documento utile a dimostrare il diritto di accesso in Israele.
In alcuni casi, per ragioni di sicurezza legate a situazioni di tensione localizzata, le autorità israeliane si riservano la temporanea sospensione del passaggio attraverso alcuni valichi. Si raccomanda di verificare preventivamente l’apertura del valico prescelto. Per le stesse ragioni di sicurezza, Israele tende a sospendere il transito dei valichi in occasione delle più importanti festività ebraiche.
 
INDIRIZZI UTILI
 
Consolato Generale d'Italia a Gerusalemme: www.consgerusalemme.esteri.it;
Ufficio Commerciale del Consolato Generale: commerciale.gerusalemme@esteri.it
Punto di Corrispondenza ICE (c/o Consolato Generale d'Italia): ice@itcoop-jer.org
(informazioni e servizi per Cisgiordania e Gaza rivolgersi a ICE Amman)
Palestinian National Authority: http://www.pna.gov.ps/
Palestinian Legislative Council: http://www.pal-plc.org/ 
Ministry of National Economy: http://www.mne.gov.ps/ 
Ministry of Finance: http://www.mof.gov.ps/
Palestinian Monetary Authority: http://www.pma-palestine.org/ 
Palestinian Investment Fund: http://www.pa-inv-fund.com/ 
Palestinian Investment Promotion Agency (PIPA): http://www.pipa.gov.ps/ 
Palestinian Industrial Estates and Free Zones (PIEFZA): http://www.piefza.org/
Palestinian Standards Institution (PSI): http://www.psi.gov.ps/
Palestinian Central Bureau of Statistic: http://www.pcbs.org/t_self
Palestinian Chambers of Commerce, Industry & Agriculture: http://www.pal-chambers.org/
Palestinian Trade Center: http://www.paltrade.org/
Palestinian Federation of Industries: http://www.pfi.ps/
Palestinian Businessmen Association: http://www.pba-palestine.org/
Center for Private Sector Development (CPSD): http://www.cpsd.ps/ 
Palestinian Information Technology Association http://www.pita.ps/
Palestine Information and Communications Technology Incubator (PICTI): http://www.picti.ps/
The European Palestinian Chamber of Commerce: epcc@palnet.com
United Nations Office of the Special Coordinator in the Occupied Territories (UNSCO): http://www.arts.mcgill.ca/mepp/unsco/unfront.html/t_blank
The World Bank Group – West Bank and Gaza: http://www.worldbank.org/ps 
European Commission Technical Assistance Office for the West Bank and Gaza Strip: http://www.delwbg.cec.eu.int/
United Nations Development Programme - Programme of Assistance to the Palestinian People (PAPP): http://www.papp.undp.org/
 
 
(1) I Certificati fitosanitari di esportazione, sono rilasciati dal servizio fitosanitario delle Regioni di appartenenza.
L'organo competente è il Servizio Fitosanitario Nazionale, costituito dal Servizio Fitosanitario Centrale presso il Ministero Agricoltura e dai Servizi Fitosanitari Regionali (SFR) presso le Regioni.
Il Servizio Fitosanitario Centrale ha compiti di coordinamento, mentre ad operare sul territorio sono i SFR.
Il personale abilitato all'attuazione della normativa fitosanitaria possiede la qualifica di 'Ispettore Fitosanitario' ed è munito di apposita tessera di riconoscimento.

 

(2) I certificati sanitari per i prodotti animali vari (ittici, molluschi ecc.) e derivati animali come latticini formaggi ecc. I certificati vengono rilasciati dal servizio veterinario delle ASL di appartenenza.
Per ulteriori informazioni consultare il sito Ministero della salute.

 

(3) La certificazione halal, che non sostituisce il previsto certificato sanitario, accompagna le carni che dall'Italia vanno all'estero. Halal è un termine arabo che vuol dire “lecito”, cioè fatto a regola, secondo i dettami della shari’a, la legge coranica.
Il Centro Islamico Culturale d'Italia (Viale della Moschea – 00197 Roma Tel. 06/8082258) sovrintende la Grande Moschea di Roma, è l’unico ente musulmano riconosciuto ufficialmente dalla Repubblica Italiana con DPR del 21 dicembre 1974 n.712.
Halal Italy Authority - è l'Organo ufficiale di Certificazione di Qualità Halal in Italia, riconosciuto da MUI (Majelis Ulama Indonesia), in rappresentanza dell'Autorità Internazionale di Certificazione Islamica (Halal International Authority - HIA) riconosciuta dalle Organizzazioni Governative, Organizzazioni non Governative, Associazioni dei Consumatori Halal e dalle Autorità e Rappresentanze Religiose dell'Islam nel mondo.
La certificazione halal può essere rilasciata anche da Halal Italia. Il 30 giugno 2010 il Ministero della salute, con il Ministero degli affari esteri, il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali ha, infatti, sottoscritto la Convenzione interministeriale a sostegno dell'iniziativa Halal Italia, con l'obiettivo di promuovere la certificazione volontaria di qualità per le aziende italiane, che attesta la conformità alle prescrizioni religiose islamiche per i prodotti agro-alimentari, cosmetici e farmaceutici sotto il controllo del Comitato etico di certificazione halal della COREIS Italiana (Comunità Religiosa Islamica).

 
 
(4) Per i prodotti cosmetici può essere richiesto sia il certificato di libera vendita, sia l'attestato di libera vendita.
Per il Rilascio Certificati di Libera Vendita (CLV) per esportazione di prodotti Cosmetici in Paesi al di fuori dell'Unione europea (extra UE), vedi sito del Ministero della salute.